La sera di domenica 16 ottobre 2022 ero a Treglia, una piccola frazione del comune di Ponteleone nella provincia di Caserta e sotto un cielo stellato, avvolta dal profumo delle caldarroste, un tizio mi riempiva nu cuop di castagne.
Era la sagra dell’Ufarella.
I miei pensieri andavano ovunque e non sempre nella direzione giusta, così li posai sul fumo delle caldarroste per farli danzare un po’…
Capita anche alla formica operaia che porta oltre 50 volte il suo peso di credere di non essere abbastanza forte, ebbene quella sera mi sentivo così e, circondata da castagni secolari, cercavo un riccio di castagna dentro cui riposare e mai avrei pensato che il pomeriggio del giorno successivo ed esattamente alle ore 16 avrei composto un numero di telefono, atteso cinque squilli col cuore carico di emozione, per poi sentire la voce calda, profonda, roca di Bruno Contrada dirmi ” Pronto…”
Sì lui, già funzionario della Polizia di Stato e dei Servizi di Informazione e Sicurezza, ma per me, in quel preciso istante, era l’uomo di cui, a dire il vero, poco sapevo se non per mera cronaca di cui mi ero interessata perché ne aveva scritto a suo sostegno la mia amica giornalista Marina Salvadore nel suo libro “Terronia Felix”. Visto il mio interesse per quell’uomo di 91 anni che mi appariva come un monolite impossibile da scalfire, era stata proprio lei a invitarmi a chiamarlo, certa che ne sarebbe scaturita una bella chiacchierata.
E così fu … E fu così che dalla sagra dell’Ufarella più che nel riccio di castagna mi rifugiai in quell’incontro, inatteso ed entusiasmante e al suo “Pronto…” così risposi: Buon pomeriggio, spero di non disturbarla, sono un’amica di Marina Salvadore, non sono una giornalista ma la chiamo perché desidero esprimerle la mia ammirazione per la persona che è…
La mia voce sconosciuta doveva essergli apparsa senza dubbio emozionata, ma carica di gioia prese vigore quando alla sua domanda: Lei di cosa si occupa? risposi: Al di là di tutto, che poi le dirò, sono una grande devota di San Michele Arcangelo.
Fu come dirci una parola in codice, capimmo entrambi senza guardarci negli occhi perché a 1000km di distanza, che ci saremmo potuti fidare entrambi per portare immediatamente la nostra conversazione a un livello superiore, dove l’anima cerca ristoro dopo un lungo martirio.
E’ per questo motivo che quell’ora e quindi minuti al telefono volò e ci vide conversare per fare voli pindarici andando indietro nel tempo, per dipingere luoghi della mia Pozzuoli che si intrecciavano ai suoi ricordi di gioventù.
Non sono molti i poliziotti che credono in Dio, ma non sono neppure pochi e li riconosci subito perché sono quelli non solo più brillanti, ma anche i più perseguitati.
San Michele Arcangelo, non a caso patrono della Polizia di Stato, li sceglie tra i migliori e li forgia. Uno di questi è senza dubbio Bruno Contrada e io lo avevo capito da quell’unico video nel quale lo avevo visto definire “persecuzione” quel che, ormai anziano, è costretto a subire dopo 25 anni di processi. Ma la storia è nota e non è mia intenzione in questo luogo di Poesia entrare nel merito giudiziario.
A riguardo mi dice:
Il mio processo e la mia vicenda umana è una valanga di fango, per le calunnie, falsità, macchinazioni, menzogne … che uomini dello Stato non hanno saputo filtrare.
La sua è anche la testimonianza di un milite dell’Arcangelo che il nemico, ovunque si nascondesse per agguantarlo, non è mai riuscito a piegare.
Perché ero arrivata a dirgli che nel suo martirio spirituale vedevo una Volontà Superiore?
Perché nella sua voce roca, nella lucida e stucchevole descrizione degli eventi e nei pochi accenni alla carcerazione, il signor Bruno (lo chiamavo così) mi trasferiva tutta la passione per il suo lavoro che a un certo punto della sua vita non fu più un lavoro, ma divenne certamente una missione.
Ebbene, in lui o per meglio dire attraverso la sua voce, nella mia mente prendono forma immagini e una similitudine forte con un altro Grande Uomo della Polizia di Stato, Giuseppe Dosi il poliziotto artista che inventò l’Interpol.
Entrambi combattevano un mostro, entrambi perseguitati e poi riabilitati, entrambi scrivono un libro che diventerà quasi introvabile.
“Lei ha letto il mio libro?” mi chiese, certo che tanto ardire fosse scaturito da una conoscenza non certo maldestra come era la mia.
“Non ho ancora avuto questo piacere” risposi a malincuore.
“Io ne ho solo una copia altrimenti glielo invierei io personalmente” mi disse con tono gentile.
Lo ringraziai per la premura e gli promisi che lo avrei cercato.
“La mia prigione. Storia vera di un poliziotto a Palermo”
scritto con Letizia Leviti
La mia esperienza di volontariato nelle carceri, quei 6 anni …Pozzuoli, Potenza, Secondigliano, in quel segmento di tempo che mi era concesso divennero il traduttore ideale per liberarci di sofferenza senza doverla necessariamente raccontare.
Dall’esempio di Bruno Contrada noi dovremmo prendere coraggio, per continuare a portare il peso degli eventi dolorosi della propria vita proprio come fa la formica e dobbiamo farlo in nome di un ideale più grande da conservare integro, in un luogo inaccessibile che si chiama Anim@.
Daniela Schiarini
Dio allora plasmò l’uomo con la polvere della terra e soffiò sul suo volto un alito vitale… Genesi 2, 7
Supponiamo dunque che l’uomo sia stato fatto il sesto giorno con il fango nella forma attuale distinta e visibile…
Sant’Agastino ne La Genesi alla lettera, libro VI
Ad Maiora!