Una storia, apparentemente surreale, nasce e si sviluppa in una camera singola con letto alla francese di un B & B immerso nella vallata lucana. L’autrice accompagna il lettore in un viaggio dell’anima nel quotidiano di tutti, facendo sì che lui stesso si immedesimi nei protagonisti del romanzo. Tutto si compie in una notte. Un uomo, superando ogni limite fisico e metafisico, viola l’intimità di Dalila, la “donna-bambina” che ama da tempo, leggendo in segreto il suo taccuino custode nel quale sono scritti racconti e poesie che lei vorrebbe pubblicare, ambientati in diversi luoghi della Basilicata, con qualche interessante tappa a Napoli e nei Campi Flegrei: una filosofica congiunzione – imperscrutabili scelte del destino – con antiche “Terre Pitagoriche”, quella lucana e quella flegreo-napoletana, avente come comune filo conduttore l’analisi sui difficili rapporti d’amore al tempo d’oggi, ma anche il momento tanto atteso da Dalila per incontrare se stessa. Infine Matera e i suoi Sassi come luogo incantato che diventa lo scenario ultimo di un amore tenuto segreto e che necessita di scelte determinanti per entrambi.
La seconda parte dell’opera, svuotato il taccuino del suo contenuto, è una sorta di necessaria appendice dedicata a “Le camere buie” che metaforicamente rappresentano quelle soluzioni per l’autrice errate, che portano l’anima all’isolamento interiore, il tutto calato in un’immaginaria Parvenza, di cui nei suoi tratti misteriosi la protagonista vorrà svelarne il segreto “per dissolvere la nebbia che anestetizza i cuori”.