“Un uomo che a 33 anni stravolge la sua vita quando poteva continuare a fare il falegname, vivere a Nazareth con la madre come aveva fatto per tutti quegli anni senza dover arrivare alla morte in croce… […] Eh Gesù… Gesù..lo sai che anche la mia vita a 33 anni è cambiata totalmente? Ma cosa posso annunciare io? – iniziava a pensare ad alta voce. […]
Perché tanti dopo duemila anni ti cercano ancora Gesù?
Tu lo sai che io ho sofferto e soffro le pene dell’inferno?
Come può esserci un progetto d’Amore dietro la sofferenza, me lo spieghi?
Perché i bambini innocenti devono subire abusi e violenze da spettri senz’anima?
Perché tante donne straziate fino alla morte dal disamore di uomini che dicevano di amarle? Perché chi ti incontra nel cuore dice che ha incontrato la salvezza e io resto una povera disgraziata? Dove sei tu quando arrivano gli attacchi di panico e la fame d’aria e temo che i soldi non mi bastino e non so quale futuro potrò dare ai miei figli? … Do – ve se-i.
Come un grido dell’anima che riecheggiava nel deserto, ma da voce d’anima senza sesso, così Veronica innalzava la sua disperazione irrisolta, quella che le graffiava la gola per la rabbia.
Se io soffro nel mio quotidiano, Gesù, ma poi tu torni nelle mie mille congetture e negli incastri di eventi che come puzzle compongono quel che dai miei 33 anni ad oggi io sto vivendo, allora io vengo a vederti: ti chiedevo dove sei e stanotte ho sognato il luogo nel quale devo venire per incontrarti! Verrò…”
[…] Veronica partì verso un luogo di montagna, quello tra gli appennini abruzzesi che gli era stato suggerito in sogno e che scoprì essere una delle tappe dell’apostolo Tommaso, colui che del Maestro risorto e tornato tra i suoi durante la sua assenza disse ‘Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò’.
Lei come San Tommaso.
Con quale spirito Veronica andava dal Cristo il cui volto è impresso sul bisso se non assalita dalle sue ansie e dalle sue paure e da quella rabbia spesso incontenibile fino a farle male, che le faceva rifiutare l’idea che pur rispettando l’amore, questi non era stato che sofferenza e schiavitù nella sua vita?
Nel tempo del suo viaggio in autobus, mentre lo sguardo si perdeva nel verde delle montagne a capolino col cielo e qualche nuvola spazzata via da un inatteso refrigerio di fine estate io, narratrice custode di questi segreti, vi condurrò.
Siamo costantemente chiamati a noi stessi da un irrefrenabile desiderio di giungere a quella che predoni alchimisti definivano ‘isola pura’, quel luogo che per gli antichi egizi era il neter e che per nobili cavalieri era il Sacro Grall. Quanti rifiutano questo necessario ritorno al soffio che diede loro vita rifiutano se stessi e il fine ultimo della vita che è incontrare il divino che è in noi e in qualche modo sono destinati a spegnersi in una sorta di masochismo che li divorerà in eterno.
In tanti intraprendono questo viaggio interiore, ma solo ed esclusivamente perchè come gli alchimisti vogliono raggiungere il divino in sé per sentirsi Il Divino e allora sono destinati a perdersi nella follia dell’indicibile, delle suggestioni e delle ossessioni.
Veronica era partita da Napoli con un’unica certezza: aveva in sé quell’umiltà di chi già sa di essere solo un granello di sale nella terra, ma la determinazione di chi però la terra vuole nutrirla.
Con questo entusiasmo Veronica giunse a Manoppello la mattina del 24 agosto 2015.“
da I GIORNI DEL SALE – 2016
di Daniela Schiarini
Oggi, nel giorno in cui si festeggia Santa Veronica Giuliani riporto questo estrapolato dal mio terzo libro, ricordando che quando scelsi il nome per la protagonista nulla sapevo, o quasi, del mondo che mi si sarebbe svelato…
” Venite tutte, o creature insensate, venite,
amate il sommo bene:
venite, peccatori,
convertitevi a Dio.
Esso è somma carità,
è infinita la sua misericordia:
lasciate di offenderlo,
tornate a Dio.
Esso è tutto amore;
vi darà il medesimo suo amore,
acciò l’amiate.
Vedete!
Come fa con me,
farà anche con voi;
venite tutti.”
Santa Veronica Giuliani