5. IL MORSO DI VIPERA

A dire degli esperti, la vipera non sempre inocula il suo veleno e per almeno il 30% dei casi il suo morso è “secco” e non sempre la dose di veleno iniettata è causa di sintomi gravi e, comunque, raramente questi sono mortali.
Quando si è morsi da una vipera si è assaliti da ansia e preoccupazione, che, con ogni movimento concitato, contribuiscono ad accelerare il battito cardiaco e a diffondere il veleno nel corpo; per lo stesso motivo quella che io definisco l’entità pensante Covid-19 procura al corpo nel quale vuole diffondersi crisi respiratorie simili ad attacchi di ansia, incontrollabili, della durata anche di 3 o 5 ore per favorire la sua invasione nel corpo, il tempio dell’anima.
Per alcuni il contagio da Covid-19 arriva quando è il tuo momento di combattere il serpente, una sorta di iniziazione, entrare nei COVIDivipere, schiacciarne la testa diventando il calcagno di Colei che vince il serpente!

IL CONTAGIO E LA MALATTIA

Inizia adesso la mia narrazione…


L’entità arrivò da lontano, mi trovò, entrò nel mio corpo fingendosi altro così da non far scattare alcun campanello di allarme e dopo 11 giorni strisciante nel mio corpo come una vipera si mostrò: una cervicalgia da stress, ero certa si trattasse di questo sebbene il mio gatto sentiva nell’aria altro da giorni, sempre alle 4 del mattino e io pure sospettavo si trattasse di altro perché sentivo una presenza alla destra del mio capezzale che mi svegliava…
L’entità è pensante perché ti colpisce seguendo un programma di tortura sistematico, lo fa per ore fino a sfiancarti su più punti vitali. Era una feroce lotta contro una forza che vuole impossessarsi di te indebolendo il tuo corpo, ma soprattutto la tua mente fino allo spirito perché questo cada nell’oblio rinnegando Dio. La sentivo tornare per ricominciare a torturarmi, strisciare fino al petto e poi alla gola per bloccare il mio respiro e innescare crisi di panico continue con la febbre alta che mi stordiva, il sudore freddo, la dissenteria, il ciclo mestruale, la tosse forte…così forte che era impossibile contenere le urine, i muscoli addominali credevo fossero per strapparsi in alcuni punti e tossire diventava dolorosissimo, rumori forti come ruggiti li sentivo provenire dalle mie viscere, non riuscivo mai a riposare. Dopo tre/ cinque ore strisciava via a nascondersi in attesa che il mio corpo collassasse. In quei brevi intervalli in cui avevo tregua provavo a prendermi cura del mio corpo e quando mi guardavo allo specchio vedevo il viso di una persona quasi morta, con due occhi infossati e contornati di nero e mi obbligavo a mangiare per non soccombere. In qualche modo mi preparavo a un nuovo attacco, che arrivava puntuale. Attendevo l’entità coi grani del rosario stretto tra le mani, con lo sguardo puntato sull’immagine del Sacro Cuore di Gesù. Durante quelle ore di tortura chiedevo a Cristo di accettare questa mia sofferenza fisica, per la salvezza delle anime e della Chiesa Cattolica, pensando che era una grande opportunità che mi veniva data, quella cioè di dare senso a tanta sofferenza: sentivo la testa come stretta da una morsa che stringeva e la vista si alterava per la pressione alta, facendomi vedere come tante stelline gialle; sul mio corpo comparivano ecchimosi, scariche elettriche attraversavano il mio corpo dalla testa ai piedi e risalivano dai piedi alla testa, erano onde magnetiche che mi facevano sussultare e questo accadde mentre ascoltavo, dal cellulare accanto a me, le preghiere durante la messa di liberazione e guarigione in diretta streaming dal canale youtube dell’Associazione Madonna di Lourdes.
Quando compresi che c’era un nesso tra il virus e l’ora nella quale questo puntuale iniziava a torturarmi chiesi ai miei amici in Cristo di pregare per me e loro pregarono per me e invitarono altri a pregare per me perché sentivano, mi dissero poi, che stavo vivendo qualcosa che va al di là dello scibile… Dopo 13 giorni di tortura, privata pure del sonno e sempre stretta alla preghiera scrissi un post su facebook : ero io stavolta ad aspettare l’entità per affrontarla, perché non mi ero arresa e non mi sarei arresa. Quella mattina non arrivò puntuale alle 4, quella mattina era il giorno solenne in cui si festeggia Maria Aiuto dei Cristiani e la Beata Vergine era giunta in mio soccorso quell’esatto giorno e l’indomani alle 4 del mattino l’entità non mi sveglio dalla destra del mio capezzale, ma diede tre colpi ai miei piedi per poi andar via definitivamente, perché da quella mattina io mi svegliai guarita e tre giorni dopo il tampone molecolare confermava la mia negatività al Covid 19.
L’entità era andata via definitivamente uscendo per vie naturali.
A lode e gloria del Signore!




Semplicemente Dany, pochi giorni dopo la mia guarigione dal Covid19
Pubblico questa mia perché crediate.

267 pensieri riguardo “5. IL MORSO DI VIPERA”

  1. Un resoconto drammatico, spaventoso, che invita a riflettere sul non disperdere
    ogni attimo della propria vita, anche quando si sta rischiando di perderla.
    Mi sarei unito, di cuore, anch’io al gruppo di preghiera, seppure con la mia sgangherata religiosità.
    Lo faccio ora, affinché Cristo ti preservi
    d’ora in poi, dal Male.

  2. Io sono rimasto,come 25.000 italiani,bloccato in Brasile.Proprio quando il colmo della pandemia aveva contagiato il paese.E’stata un’esperienza che ci ha cambiati e mi ha fatto separare da mia ex moglie.Forse il contagio che non ho mai avuto è peggiore della malattia oppure la morte non accade solo nel fisico.D’altronde anche Gesù lo dice…per risorgere bisogna morire

    1. Ciao Nicola, leggo solo ora il tuo commento e quindi mi scuso se ti rispondo a distanza di un mese.
      Grazie per aver condiviso qui questa tua esperienza certamente dolorosa, a suo modo.
      E’ stato il metro di misura del tuo matrimonio (almeno per lei, così mi sembra di capire).
      Ti auguro un bellissimo nuovo inizio…

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