Vanto l’onore di avere nel mio libro virtuale l’indimenticabile e indimenticata Giuni Russo, artista di ricerca, sperimentale e d’avanguardia.
Certa che gradirete il suo intermezzo a tema, vi auguro un buon ascolto…
Vanto l’onore di avere nel mio libro virtuale l’indimenticabile e indimenticata Giuni Russo, artista di ricerca, sperimentale e d’avanguardia.
Certa che gradirete il suo intermezzo a tema, vi auguro un buon ascolto…
“Se metti un piede in un groviglio di vipere, che differenza fa quale di esse ti colpirà per prima?” – scrive così lo scrittore di fantascienza George R.R. Martin e di fatto rende perfettamente l’idea di quanto possa passare in secondo piano chi ti morde per primo se ad aggredirti sono serpi della stessa specie.
Le vipere si nascondono, colpiscono di sorpresa, ma fondamentalmente se escono allo scoperto e tentano di morderti lo fanno perché hanno paura di te…
L’entusiasmo solidale dell’ #ANDRATUTTOBENE, i canti sui balconi, i video strappalacrime dei nipoti per i nonni, questo e altro ancora servì a formare COVIDivipere: i deboli di spirito scelsero di trasformarsi in vipere per entrare nei covi e sentirsi al sicuro, membra di una nuova società che si stava creando, con nuove regole, nuovi principi e, soprattutto, senza scrupoli. In molte persone, seppur non contagiate dal virus, l’entusiasmo (dal greco, avere dentro Dio) svanì e un velo nero impalpabile come una scia bianca nel cielo si posò sulla terra nemmeno fosse cenere vulcanica a seguito di una tremenda eruzione. Era dunque capace il covid di attaccare finanche la fiamma del Creatore che è dentro ognuno di noi? Iniziai a pensare che si trattasse di un’entità dotata di intelligenza propria, non un comune virus come di quelli che esistono in natura da millenni, non era un semplice veleno di vipere, ma le stesse vipere capaci di strisciare nei vasi sanguigni così come il serpente eterno striscia nell’anima quando vuole sporcarla col peccato.
Vivono persone che formano famiglie che erano COVIDivipere già prima dell’avvento del virus, gente malvagia, assoggettata al dio denaro, gente la cui puzza di zolfo trasuda dai loro corpi come organico da differenziare. In un breve alito di realismo letterario alla Verga, cito il Birra, sintesi emblematica di questo degrado umano, una sorta di personaggio kafkiano che come uno scarafaggio sale la parete di un palazzo per andare in alto per poi pietosamente cadere vinto dalla gravità ed è costretto a restare nella sua miserabile condizione. Deforme, ridotto a un ceppo di legno, il Birra morì con gli occhi aperti mentre mangiava i suoi soldi sporchi perché nessun siero lo aveva reso immortale.
Vana Speranza…
“L’unica forza che si oppone alla violenza dei Visitatori è La Resistenza.”
Visitors – Serie Originale: Sigla Apertura (2a Versione) – YouTube
Gli incantatori di serpenti sono la figura più emblematica di questa triste quanto assurda storia, che, dopo 2 anni stiamo ancora vivendo.
I saperas, così chiamati in India, sono specializzati nel catturare gli esemplari delle specie più pericolose per poi farli danzare suonando il pungi, uno strumento a fiato molto simile al flauto a due canne.
Con la stessa abilità dei saperas, i nostri “incantatori di serpenti” attraverso i principali canali di informazione hanno stanato il serpente dormiente nell’animo umano o se non dormiente semplicemente nascosto, camuffato in buonismo e hanno iniziato a incantarlo perché dalla cesta in cui era nascosto (l’intimo dell’animo umano) questi venisse fuori.
E fu così che l’#ANDRATUTTOBENE divenne lo slogan del lockdown, striscioni ovunque fuori alle finestre, stesi come lenzuola ai balconi, simbolo di coraggio e ottimismo e la convinzione che più ci saremmo sacrificati chiusi in casa, prima saremmo usciti da un incubo che era solo all’inizio. Purtroppo però questo sogno arcobaleno fu destinato a spegnersi in fretta perché la triste realtà soffiava sulla fiamma dell’ottimismo che cedette il passo a nevrosi e depressioni fino a concludersi, per molti, in un disperato suicidio o in ribellioni per strada placate dal TSO.
I virologi divennero le nuove stars indiscusse della TV italiana e il loro pungi, per un inaspettato gioco di parole, fu proprio quello che veniva definito vaccino, ma che in realtà è un farmaco sperimentale, testato in scala mondiale su quanti, incantati dal suono del pungi suonato con maestria, si fanno pungere il braccio ignari che da quella puntura entra il serpente velenoso, il cui veleno, continueranno a dire, salva.
Ma procediamo con calma e prestiamo attenzione ai dettagli…
E’ noto che da veleni di serpente sono stati sviluppati farmaci per la cura di alcune malattie o per la creazione di prodotti di bellezza per la pelle.
Il primo farmaco sviluppato per trattare l’ipertensione è derivato dalla tossina del veleno di una vipera brasiliana. Ma nel nostro caso, il confine tra beneficio del farmaco e maleficio è così astutamente sottile che la scelta tra i due è come sempre riposta nel libero arbitrio.
Nel voler tentare di dare a te, che hai scelto di leggermi, una più acuta interpretazione degli eventi finora vissuti e/o subiti, focalizzerò la nostra attenzione sul serpente di cui sopra e per farlo seguiremo le linee guida dateci dall’amato, a livello planetario, papa Francesco, promotore indiscusso del siero miracoloso tra i cattolici, sciogliendo ogni conflitto etico legato all’utilizzo di brandelli di feti abortiti vivi per la realizzazione di quello che conosciuto come il “miracoloso” vaccino a mRNA.
Era il 15 marzo 2016, una mattina di martedì quando papa Francesco, nella cappella della Domus Sanctae Marthae, propone la sua meditazione dal titolo “Il serpente che uccide e il serpente che salva” – facilmente reperibile tramite internet, visitando il sito del Vaticano.
E’ proprio grazie a questa summa interpretativa del sommo gesuita che potremmo, forse, comprendere meglio gli incantatori di serpenti che oggi, nella società globalista, indossano abiti senza genere e sono capaci di dire e mettere in atto dinamiche sociali in perfetta antitesi coi valori su cui si fondava la società fino all’avvento sulla terra del Covid-19.
Voglio credere che in molti, ingenui, non vi siate ancora accorti, che l’intenzione di una sconosciuta ed oscura camera di regia pare essere proprio quella di voler fare di questo virus lo spartiacque tra il vecchio mondo e il nuovo mondo, proprio come accadde con l’avvento di Gesù, che divise la Bibbia in Vecchio e Nuovo Testamento e così la storia in Ante Christum e Post Christum.
Secondo il pontefice argentino l’immagine del serpente è portatrice di un messaggio. Quale? Scopriamolo insieme…
Il serpente, ha detto papa Francesco, è il primo degli animali che viene nominato nel libro della Genesi ed è ricordato come il più astuto; ancora menzionato nel libro dei Numeri(21, 4-9) quando si narra di come nel deserto il popolo mormorasse contro Dio e contro Mosè: “Il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti, quelli mordevano la gente e un gran numero di israeliti morì”. Allora il popolo si pentì, chiese perdono e Dio ordinò a Mosè: “Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta. Chiunque sarà stato morso e lo guarderà resterà in vita”. Quindi, per logica, dopo 6 anni da questa sua omelia, il pontefice mette in atto ciò in cui crede e cioè che la salvezza si ottiene attraverso il serpente velenoso se questi viene innalzato (a Dio). E semmai apparisse, la mia, una illogica interpretazione, ecco che lo stesso controverso pontefice tenta di traslare la figura di questo serpente salvatore degli israeliti su Gesù innalzato sulla croce e lo fa dicendo che “Gesù si è fatto peccato” per la salvezza degli uomini, ammettendo di conseguenza, ma in modo non a tutti comprensibile, che il serpente è il peccato.
E’ bene chiarire questo passaggio, perché è in atto una battaglia decisiva tra Bene e Male e fu lo stesso allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a sentirne il peso quando, in una delle sue dirette di inizio pandemia , disse “noi non siamo il governo delle tenebre” eppure seguendo una cavalcante fantasia i famosi DPCM erano decisi sempre di notte, col favore delle tenebre…
Non bisogna essere teologi per sapere che quando Gesù parla di vita e di morte lo fa sostanzialmente in riferimento alla salvezza dell’anima. Vedere in Cristo morto in croce il serpente innalzato da Mosè significa usare la Parola in maniera ingannevole e giocare di astuzia.
In ultima analisi, secondo papa Francesco il peccato “è l’opera di Satana e Gesù vince Satana facendosi peccato” – cioè un paradosso: è come dire l’acqua santa spegne il fuoco dell’inferno facendosi fuoco dell’inferno.
Secondo questa logica, per vincere il virus devi diventare virus e quindi il siero non è antivipera, ma è per trasformarti in vipera!
Quando Dio dice a Mosè che tra quelli morsi dal serpente, soltanto quelli che lo avrebbero guardato negli occhi (quindi con l’anima) sarebbero stati salvati – vuol dire all’uomo che solo guardando e riconoscendo il peccato per cui si è morti dentro si potrà essere salvi, rinnegandolo!
La funzione salvifica del serpente, di fatto, non c’è perché da un veleno si guarisce con l’antidoto no iniettando il veleno stesso.
Gesù morto sulla croce salva perché diventa antidoto del veleno del serpente/ peccato/ virus .
“Siate candidi come colombe, ma astuti come serpenti ”. Mt 10,1
Tutto incominciò con un #ANDRATUTTOBENE … che poi l’ipotesi che sarebbe potuto andare di male in peggio sembrava non interessare a nessuno o meglio quasi tutti erano certi che in 15 giorni, come ci era stato detto dal governo, ne saremmo usciti a patto che fossimo rimasti tutti chiusi in casa. Era il 10 marzo 2020 quando imparammo a masticare la parola lockdown e più la masticavamo più sentivamo svanire in bocca il gusto e i profumi della libertà.
Protagonista indiscusso di questa assurda quanto spietata storia è un virus fino ad allora sconosciuto al popolo, chiamato COVID19, sfuggito, dicono, al controllo di un laboratorio cinese di manipolazione dei virus, diffusosi nel mondo sulle ali dei pipistrelli e, come un killer spietato, capace di mietere vittime su vittime in tutto il mondo, perché la cura era ancora ignota o meglio nota ma costosa o meglio: si può sperimentare un vaccino a mRna sulla popolazione mondiale totalmente spaventata e consenziente! …diabolicamente possibile.
Lo so, detta così sembra un racconto dark di fantascienza, magari tratto dal celebre fumetto Dylan Dog oppure un film della Marwell anche un po’infantile, frutto di fantasie vivaci alle quali però tutto il mondo ha dovuto credere, perché non vi è finora mai stata una spiegazione scientifica di come un virus appartenente alla famiglia dei coronavirus (cioè quelli dell’influenza stagionale, cioè quelli che mutano continuamente) abbia potuto giustificare una Pandemia volta a cambiare le regole del mondo e il suo ordine, fino a far sprofondare tutti e tutto nel totale caos e delirio di onnipotenza dei politici e dei potenti.
Sembra, infatti, che il pipistrello non fosse altro che un vampiro anzi un’entità capace di entrarti dentro per succhiarti la vita grazie alla proteina spike ed è una tesi molto accreditata questa tra gli etichettati “complottisti” .
Il Venti.Venti appena cominciato si preannunciava un anno di crisi e paura e non riuscirono i canti sui balconi e gli striscioni #ANDRATUTTOBENE, né le delizie di pane dolce o salato, i kili presi e i video strambi realizzati in casa per distrarre il tempo, ad alleviare la morsa di terrore che man mano si diffondeva a causa del virus onnipresente h24 su tutti i canali di comunicazione di massa. Stavamo vivendo un Truman Show con le ambulanze vuote che circolavano a sirene spiegate per infondere terrore, le auto della polizia municipale in giro per i quartieri a intimare attraverso un megafono di non uscire dalle case tantomeno durante il coprifuoco notturno: solo gli autorizzati potevano uscire di giorno previo bolla di accompagnamento, in assenza della quale si rischiava multa o addirittura denuncia penale! Eh sì, addirittura il coprifuoco…. Addirittura la denuncia penale…
Era il deserto, fuori e dentro le case e molte si trasformarono in trappole infernali, i più reconditi incubi che prima la vita nel suo scorrere teneva sopiti negli animi umani, presero possesso delle persone e queste mutarono. Il virus seppur non contratto ebbe questo potere su molte menti e coloro che sopraffatti dalla paura avevano ceduto il loro corpo pur di avere l’utopica certezza dell’immortalità, persero finanche il ricordo di se stessi.
Non ci volle molto tempo perché numerose attività commerciali fallissero a causa della crisi economica che il lockdown aveva portato con sé.
Il mondo stava cambiando, la società stava cambiando, le persone sarebbero cambiate e molte si sarebbero mostrate intanate come in COVIDivipere…
Iniziava l’era del tampone necessario pure per salire su un autobus, ma nella memoria televisiva di noi italiani resteranno le file di camion dell’esercito che trasportavano corpi di morti a Bergamo, uccisi dal virus (si saprà solo dopo, ma non si dovrà mai dire quindi leggete come se non aveste letto, che quelli furono martiri e che a ucciderli furono cure sbagliate), destinati alla cremazione, chiusi in un sacco, privati dell’estrema unzione e della pietas dei parenti; inceneriti senza prima alcuna autopsia che potesse aiutare la scienza a capirne un po’ in più su questa sconosciuta entità. Ma per fortuna qualche medico coraggioso osò dare voce a quel silenzio degli innocenti me qualcuno di questi medici da innocente scomparve alla memoria.
Iniziava l’era delle morti sospette e dei suicidi di medici e scienziati che avevano scoperto cure efficaci e molto meno costose, l’era dei medici sospesi dalla professione per aver curato pazienti e salvato vite non attenendosi al protocollo di cure ufficiali e l’era dei lavoratori over 50 a cui non è concesso lavorare se non vaccinati per il covid19, l’era delle morti da malore improvviso e delle morti nel sonno.
Benvenuti nell’era del tampone! …molecolare, rapido, antigenico, salivare… a costi elevatissimi per un business mozzafiato>> è davvero il caso di dirlo!
Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare — Uomini del Re – clip dal film | HD – YouTube
E’ trascorso esattamente un anno dalla mia malattia Covid19, che si aggravò perché le indicazioni del protocollo di cura ufficiale in caso di sintomi iniziali erano, e lo sono tuttora, tachipirna e vigile attesa e queste si sono rivelate fatali per tantissimi contagiati, me compresa, che mi considero una morta e poi risorta.
Seguendo questa direttiva la maggior parte dei medici di base non si sentiva obbligata a fare altro che abbandonarti al tuo destino, ignorando i messaggi al telefono di richieste di aiuto per quella fame d’aria che non dà tregua; visualizzati anche dopo 24 ore e che non ricevevano alcuna risposta da un’umanità in molti medici estinta e quindi il protocollo della speranza di guarigione diventava nel giro di pochi giorni il protocollo della condanna a morte. Era come se l’obiettivo segreto da perseguire non fosse quello di curarti, ma di farti peggiorare così che se morto avresti aumentato il numero dei decessi e se in ospedale allora potevi valere denari per ogni giorno di degenza in ospedale, isolato da affetti, come un insetto intrappolato nella ragnatela, consapevole che il ragno ti sta chiudendo in un bozzo prima di mangiarti ed è lì che molti si sono arresi, lasciandosi morire pensando di non avere alcun scampo. In entrambi i casi tu, ammalato, avresti avvalorato la Pandemi(m)a.
Un anno di “incubazione”, prima di pubblicare questo mio sebbene ne avessi annunciato l’intenzione già da tempo, perché i segni psicologici e fisici che questo virus lascia su chi lo ha contratto nella sua forma e variante aggressiva, fa sì che tu viva quello che la scienza chiama long covid, ma in realtà credo sia più simile ai postumi di una tortura, con la sola differenza che il torturatore era dentro di te e io fin da subito l’ho chiamato l’Entità.
Un anno di incubazione perché volevo osservare le reazioni nel tempo di chi per me non c’era stato, mostrandomi un volto crudele come solo il disprezzo sa dipingere sul volto di un essere umano. Volevo anche fare emergere dai pochi dettagli della mia esperienza vissuta come un’esperienza mistica del dolore e pubblicati attraverso i miei canali social, le reazioni di chi mi ha ulteriormente attaccata perché sopravvissuta grazie alle cure non ufficiali, come dire “ sei un ammalato scomodo…”
Come promesso COVIDivipere è pubblicato sul mio sito in forma di ex voto a Maria Auxilium Christianorum, per grazia ricevuta – fu infatti all’alba del giorno in cui la Chiesa festeggia, il 24 maggio, che mi risvegliai guarita e già negativa al virus, dopo 14 giorni di sofferenza ininterrotta.
Correva l’anno 2021.
A Gesù Cristo, mio sposo dell’anima, che al mio cuore confidò in anticipo tutto quello che avrei sofferto e perché dovevo attraversare un tale martirio. Nelle tue mani, oh mio Dio, ripongo questa mia umile testimonianza, perché possa essere lume e/o consolazione per quanti ne hanno bisogno… Nel tuo Sacro Cuore ripongo ogni mia intenzione di scrittura perché possa raggiungere ogni lettore nel Tuo Nome e secondo la Tua Divina Volontà… Il Tuo Sacratissimo Sangue scenda su ogni parola da me scritta per fortificarla e sopra il demonio per abbatterlo.
Dedico questo mio a tutte le anime che, come me, hanno vissuto la profonda solitudine nella sofferenza a causa di questa entità, ai tantissimi che sono morti sopraffatti dalla paura e dal panico nei loro ultimi istanti vissuti nell’abbandono totale; ai loro cari che non hanno potuto nemmeno vederli se non portati via in una sacco per poi essere bruciati; a quelli che non hanno ricevuto nemmeno il sacramento dell’Estrema Unzione perché i preti, timorosi del virus più che di Dio, hanno tradito la loro missione sacerdotale e a quelli che in unione con Dio hanno continuato coraggiosamente a nutrire le anime senza offendere in nessun modo il Corpo di Cristo.
Dedico, altresì, questo mio a quanti hanno espresso al meglio del peggio la cattiveria che hanno dentro, cogliendo l’occasione per infierire contro chi stava soffrendo combattendo la battaglia per la sopravvivenza e aveva bisogno di pace, amore e tranquillità, ma ha ricevuto isolamento, diffamazione e un carico di ulteriori difficoltà: ne risponderete davanti a Dio!
Sarà sicuramente l’unica volta che dedico un mio libro a persone cattive e prive di scrupoli e lo faccio non perché spero che questo mio possa smuovere la loro coscienza imputridita e i loro cuori impietriti, ma perché sono le vipere velenose che avvelenano questo mondo, il virus sono loro, loro sono i COVIDivipere.
Dedico questo mio ai vivi e ai defunti che mi hanno sostenuto con la preghiera, facendomi sentire la vicinanza spirituale di cui avevo bisogno per combattere l’entità.
Dedico questo mio alle due persone (L.P. R.G.) che hanno aiutato me e i miei figli durante quei giorni di tormenti, superando ostacoli e percorrendo chilometri per lasciare fuori la porta di casa oltre alla spesa, al cucinato e alle medicine anche i loro sguardi di affetto che mi abbracciavano non facendomi sentire sola.
A mio padre, che in quei giorni della mia malattia si chiuse nella preghiera perpetua offrendo il suo dignitoso martirio interiore per la sua amata figlia, assalita da quel virus letale di cui i virologi, che lui ascoltava in televisione da mesi, spiegavano.
In ultimo, ma non certo per importanza, tutt’altro…
Dedico questo mio a una donna straordinaria, una dottoressa straordinaria che, insieme a tanti medici come lei intrisi di profonda umanità e fedeli al giuramento di Ippocrate, sono i veri eroi della pandemia Covid19: La dottoressa Luisa C.
Se non fosse esistito Facebook non avrei “incontrato” quest’angelo a 1000 km di distanza da me, in quel pezzo d’Italia ove i morti furon tantissimi …
Dal mio SOS lanciato forse troppo in ritardo nel Gruppo facebook per le Cure Domiciliari Covid19 – suggeritomi da alcuni di voi amici del social – lei decide di prendermi in cura, di tentare l’impossibile: salvarmi la vita.
Ma il nostro incontro e il come mi ha assistita merita un racconto meno affrettato e quindi ne dirò meglio in seguito, in questo libro virtuale che spero abbiate voglia di leggere.
A te cara Luisa,
che mi hai curata da lontano anche con la medicina dell’amore, come una mamma…
Ti sarò per sempre grata e a te unita da profondo affetto.
San Michele Arcangelo
Infine un doveroso ricordo del professor Giuseppe De Donno, pioniere della Plasmaterapia che salvò tante vite al Poma di Mantova, durante quei primi tragici mesi della Pandemia …
A un anno esatto dalla sua prematura morte, forse da molti dimenticata, ma che resterà sempre avvolta da un velo nero di mistero.