3- La solitudine col distintivo

lei abbraccia lui stringendolo al suo petto

Esiste un passaggio dalla vita alla realtà, imperscrutabile in un poliziotto, ed esisteva anche nella vita di Davide e non era molto diverso da una partita a poker, ma senz’assi.

Per quanto Davide avesse provato a restare ancorato alla vita, la realtà quotidiana faceva capolino tutte le notti impedendogli di dormire…
“Per salvare la vita a un investigatore basta poco” – le aveva detto – “la passione per uno sport, l’arte, l’amore di una donna…, tu”.

Dalla soffitta pieni di ricordi dimenticati alla terrazza, ove faceva mostra di sé e neppure troppo verosimilmente: per Davide il passo era breve.

L’idea del suicidio tornava spesso a fargli compagnia al punto da diventare ossessiva compagna, una stalker capace di trasformare anche il sorriso dato alla vita di un attimo prima in una disperata caduta vertiginosa nella realtà quella che lo opprimeva con le sue scadenze, anche quelle da pagare e che verosimilmente iniziava a credere di poter riscattare al prezzo della propria vita.

E’ QUESTA QUELLA CHE IO DEFINISCO LA SOLITUDINE COL DISTINTIVO perché è come un passe partout apre tutte le porte e non riesci a lasciarla fuori dalla tua vita.

” Se tu sapessi quello che ho fatto nella mia vita, non mi parleresti più” – le aveva detto apostrofando così un passato fatto di ombre senza luce, ombre da poca luce per poi diventare ombre e basta.

Ci sono notti, e ce ne saranno ancora, in cui il tuo angelo verrà a trovarti e tu lo aspetterai e non sarai mai solo, perché sai che a quell’incontro non tarderà, per quell’incontro volerà fino a te, in quell’incontro ti donerà un piccolo frammento di Paradiso….“.
Si concludeva così la mail che Lei gli aveva scritto e poi spedito di notte, dopo il loro incontro in ufficio – raccontato ne #1 L’arte della vita .
Era una mano su mano che scrive senza indugio, carezzando, senza toccare, le pieghe più nascoste dell’anima, quelle da svelare…

La divisa andava tolta, con cura ricomposta e poi indossata l’indomani come dalla soffitta si passava alla terrazza… Non v’era altra alternativa per Davide che, giorno dopo giorno scivolava giù come sabbia in una clessidra.

*continuerà…

Daniela Schiarini

“Sinestesia”

Fermenta
il mosto fermenta
ed il mostro va via
dalla tua mente
dalla mia.

Annega.

Tu anneghi nell’alcool nobile
e i rassetto i gradi
prima che diventino gradini.

Daniela Schiarini

13 Sant’Antonio da Padova, il guerriero di Dio.

da CAMERA SINGOLA CON LETTO ALLA FRANCESE, 2015
– ultimo capitolo, il numero 13 “La grotta dei turchi”

Era bello per Dora sentirsi esploratrice di se stessa seguendo le tracce che Antonio lasciava nella sua vita ormai da un anno.

Padova l’accoglieva nel suo clima migliore: soleggiato e appena fresco, libero dalla morsa di umidità che l’aveva attanagliata nei giorni precedenti e si respirava nell’aria i profumi del mosto che annunciava vendemmie anticipate.

Era giunta là dove voleva arrivare e raccoglieva simbolicamente l’ultima briciola di pane come piccola Gretel nel bosco prima di alzare lo sguardo e trovarsi innanzi l’imponente basilica di Sant’Antonio, quando l’emozione la colse fino alle lacrime.
La fila di fedeli in visita al Santo era lunghissima e molti erano bambini e anziani disabili in carrozzella, molti erano gli ammalati nel corpo e nello spirito che cercavano in Antonio, a distanza di 800 anni dalla sua morte, la forza taumaturgica che ancora nei secoli compiva miracoli.

L’anima sua volteggiava tra gli angeli in alto alla cupola dipinta a cielo stellato e il senso di inenarrabile leggerezza che Dora avvertiva faceva svanire il tempo, che si posava delicatamente su tutti i presenti per carezzare in fila la pietra nera del sepolcro che custodiva le sante spoglie di quell’uomo di Lisbona che seppe dire Sì all’Amore anche quando amare è difficile.
E poi la sua lingua incorrotta nel reliquiario come eco di parole che continueranno a rimbalzare nel tempo.

Invidia, orgoglio, il vuoto… non sono casa per l’anima che accoglie la speranza, ma sono camere buie, nelle quali innumerevoli anime scelgono di restare.

“Testimoniate l’Amore che vive nel vostro cuore e sia dono gratuito ad altri cuori e a quelli impietriti lasciate un vostro sorriso come segno incancellabile della presenza del Divino nella vostra vita!”
Questo era il messaggio che Dora sentiva dettato al suo cuore da Antonio e, carica di questa passione, sarebbe tornata a Parvenza per svelare il segreto che sentiva celarsi nella Grotta dei turchi.
*continua sul testo cartaceo.

Daniela Schiairni

Grazie per aver viaggiato con me…

2- Confessioni Poliziesche

Ci muoviamo come sfere su un abaco e quando troviamo la combinazione giusta allora facciamo i conti con noi stessi.
Il pericolo latente che veglia le notti insonni di un poliziotto ha un suo nome e un suo perché…

L’hai mai vista quella soffitta piena di ricordi?
“ Se non mettiamo ordine qualcuno tornerà ogni notte nella tua mente a dirti che è meglio farla finita e il disordine nella soffitta ti soffocherà” – gli disse con tono fermo e appena austero.
Dai racconti avventurosi alle pieghe più sottili, dagli amori burrascosi alle solitudini più ostili… Davide guardava il suo riflesso nello specchio e ne cercava il senso mentre indossava la sua divisa con rispetto, tentando di mettere a tacere pensieri e ossessioni.
“Di che fine dovrò finire?” – le chiese mentre in lontananza giungeva la eco di un vociare cittadino.

E’ definito burnout ma di fatto è un disagio di alienazione da se stessi e Davide ne era chiaramente affetto.

“Lasciami stare, sono solo un vecchio diavolo!” – continuava a ripeterle in maniera quasi compulsiva…
“Io non ti abbandonerò, ma tu ti devi far aiutare, ti devi liberare di tutto il marcio che hai assorbito in tanti anni, non devi permettere che ti divori! Non voglio vederti lentamente morire…e non voglio nemmeno che tu scelga di finire. Ci sarò sempre, io ci sarò sempre, come la fatina sempre fu per Pinocchio, quindi leggimi quando ti scrivo e ogni tanto dimmi solo che stai bene.” – erano le parole ferme e accorate di chi conosce il male invisibile che lacera e deturpa un uomo, Davide, che in un luogo nascosto della sua anima aveva ancora voglia di sognare e soltanto con lei riusciva ancora a farlo.

“Il bacio” di Klimt

E’ necessario tenere in vita una fiammella sotto il ceppo di legno divenuto cenere: sono molte le anime sensibili stuprate dal cinismo e dall’assenza di gesti di amore, in questo tempo che siamo chiamati a dipingere con le nostre scelte che, eroiche o no, lasceranno una traccia di noi.
Laddove ovunque Davide vedeva porte chiuse dagli affetti, dai colleghi per i quali un minimo cenno di cedimento era visto e raccontato alle sue spalle come debolezza sulla quale scambiare qualche pettegolezzo, allo stesso modo la vita, seppur buia e bastarda, faceva entrare spiragli di luce che dovevano essere seguiti se voleva mettere ordine nella sua soffitta…

Davide è un uomo tormentato e accompagneremo i suoi pensieri più intimi, quelli che rimbalzano nella sua mente e che avrebbero già risolto ogni conflitto con uno sparo se a tentare di sciogliere i suoi nodi non ci fosse stata Lei, se a tenere viva la fiammella della vita non ci fosse stata Lei…

“Non sei solo Davide! Adesso ci sono io! Leggimi… portami tra le pieghe della tua anima assetata di riposo. Mi troverai qui.” – gli sussurrò con voce angelica e fu un amorevole colpo al cuore che ripara e cura.

Daniela Schiarini

*continuerà…

1 – L’arte della vita

Mentre la vita scandisce le sue ore definita da turni di lavoro stressanti, sfiancanti, qualche volta anche gratificanti come può esserlo il piacere di bere un calice di Lambrusco in compagnia, si fa strada in un poliziotto un mondo sconosciuto che spesso fonde la realtà con l’irrealtà e non trova traduttore capace di farne lettura degna. Così mandi giù il disagio e la sofferenza che questa vita affonda nell’altra, quella delle gioie che, anche se poche, scaldano il cuore sottotono perché non si faccia rumore.

Lo guardavo seduto alla sua scrivania avvolto in una nuvola di fumo al punto che mi riusciva difficile quasi tratteggiarne i lineamenti. Come da incanto, quel fumo della sua sigaretta sembrò iniziare a danzare nell’aria con quello del mio caffè forse per dipingere forme e sfumature.
“Manca solo l’incenso!” – gli dissi sorridendo per spezzare quell’innaturale silenzio.
“Eh sì” – rispose Davide con voce appena sussurrata.
La danza del fumo nell’aria era finita e speravo che, dissoltosi, questi portasse via pure i suoi pensieri che avevo visti tutti in quel tono di voce appena sussurrato.

La giacca della divisa gli andava un po’ stretta, il corpo cambia e spesso non lo si accetta, ma i suoi occhi erano sempre quelli di quando dentro ci vidi un ragazzo carico di sogni che aveva dovuto abbandonare sul ciglio di una strada quel che era per diventare quel che la strada inevitabilmente trasforma.
“Mi fa piacere rivederti, sei sempre bella e io sempre più incasinato…” – tentò di dirmi accennando un sorriso. Gli ricambiai il sorriso, era l’unica cosa di me che non gli avevo mai negato…
Seduta di fronte a lui, alla sua scrivania, tesi la mia mano sinistra per raggiungere la sua, ferma su una pila di documenti e allora Davide, che non mi aveva ancora guardata dritta negli occhi, alzò lo sguardo e mi disse: “A te non c’è stato mai bisogno di dire nulla…hai sempre capito tutto di me…”
“E’ vero, ho sempre scoperto quel che dovevo sapere, per esserti vicina”  – gli dissi in quel fermo immagine di mani.
“Sapere che ci sei mi fa sentire meno solo” …

L’abbraccio
di Klimt

La notte di quel giorno Davide ricevette questo messaggio da lei:
“Ci sono notti solitarie come questa, notti assurde dove la vita si gioca ai dadi, dove il cuore crede di non avere più battiti da poter pulsare, perché troppi ne ha scanditi nel vortice del dolore… eppure quando tutto sembra perduto, all’orizzonte compare un angelo, che non ha ali, se non quelle dell’anima sua, che planano nel gioco della fantasia.
Ci sono notti in cui l’unica vera compagna è la solitudine e siamo talmente soli, che l’abbracciamo per avvertire una flebile tenerezza…
…è in queste notti che un angelo appare accanto a te e tu lo vedi, ne scorgi il sorriso e ne conservi il segreto, unico patto affinché lui ritorni.
Ci sono notti in cui pensi di non essere un eroe, ma di essere piccolo e impaurito, tremante per il freddo che quella solitudine ti ha lasciato, dopo che l’hai abbracciata…
… in quelle notti arriva da te un angelo, si avvicina e già solo il suo sguardo è capace di rasserenarti… ti prende le mani e tu inizi ad avvertire calore……”  […]

Daniela Schiarini

*continuerà…

Facebook e l’@more

Il 2 giugno scorso è stato il mio compleanno e alle 00.00 ho pubblicato un post di “tanti auguri a me” … Ebbene è stata un’escalation di @amore che è andata a riempire il vuoto lasciato da chi, sul cammino della vita, ha preferito allontanarsi da me…per invidia, perfidia, per fede.

Contemporaneamente un nuovo algoritmo stava per travolgermi, come già accadde 3 anni fa, ma stavolta non arrivavano pervertiti di diverso tipo al fine di coinvolgermi in orge virtuali delle peggiori specie, ma gli “innamorati di Gesù” …e tra veri e fasulli risuonava in me la certezza che la marea aveva riempito la mia rete come quella dell’apostolo Pietro quando il Maestro disse “Vi farò pescatori di uomini”.

Ho avuto la prova di quanto in questi anni sia stato prezioso il ricamo di amicizia e di lealtà che in Facebook abbiamo realizzato, soprattutto attraverso l’Arte della Bellezza e di quanto io sia riuscita davvero a “fare rete” per l’anima che rischia di cadere o già è caduta nella rete- quella cattiva del web…quella fatta di dipendenze e perversioni che offuscano la vista e corrompono i passi di chi vuole percorrere la via del Bene.
Tanti amici, anche chi non sentivo da anni, mi hanno pregiato di un pensiero, un attenzione, un attestato di stima e affetto immutati nel tempo: Mi avete riempito di gioia. GRAZIE ! Significa che ho lasciato un bel ricordo.
La mia è un piccola grande Famiglia Facebook ove si aggiunge un posto a tavola per tutti e chiunque può decidere di andar via in qualunque momento perché è l’Amore che muove tutto questo ->
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Un pensiero desidero esprimerlo per chi mi ha amata in senso platonico e virtuale con la Poesia, con la Musica, con la sua semplicità, nella malattia da un letto di ospedale o nella solitudine di casa spezzata da questo Facebook – anime che da qualche anno non ci sono più a digitare, ma certamente dal cielo continuano a vegliare su di me…e su questa meravigliosa catena di @amore che li ha scaldati negli ultimi anni della loro vita…
Ditemi pure che sono naif!

Non ho smesso mai di credere nell’ @more, malgrado tutto…
Daniela Schiarini